La mia storia comincia in mare, ed è una storia fatta di racconti, di tradizioni, di dialetto e di parole. Sono figlia di un custode degli antichi saperi marinari, un pescatore, e sono cresciuta tra il fragore delle onde in tempesta e la calmarìa del vento di levante.

La mia vocazione per il mare – il quale rappresenta allo stesso tempo lavoro, sostentamento, bellezza e terrore, libertà – definisce e delimita il mio spazio di sopravvivenza. E se è vero che il mare plasma i suoi figli attraverso i suoi moti, le sue maree, i suoi respiri, uomini e donne devoti ne vogliono testimoniare la profondità e la ricchezza.

È per questo che per i prossimi 3 anni, durante il mio percorso di dottorato presso l’Università degli Studi di Palermo, mi occuperò di un progetto di ricerca che prevede la realizzazione di un Dizionario-Atlante dei microtoponimi della tradizione orale degli arcipelaghi e delle isole minori della Sicilia. L’obiettivo è quello di costituire un repertorio di nomi di luogo della costa e dell’entroterra microinsulare che raccontino il territorio a partire dalla sua più autentica forma, il nome popolare-dialettale che è portatore di storie, di relazioni, di verità (esempi possono essere: Chianu d’î Mannari, Fossa d’î Filici, Cala di Maṣṭṛu Mìnicu, Cugnu di San Liunardu, ecc.). Le isole che verranno indagate attraverso interviste e inchieste sul campo sono le Eolie, le Egadi, le Pelagie, Pantelleria, Ustica e in più l’isola di Malta. Il mio lavoro di ricerca, infatti, si inserisce in un più ampio e ambizioso progetto diretto dal Centro di studi filologici e linguistici siciliani, di cui è presidente il prof. Giovanni Ruffino, che mira alla raccolta capillare, alla mappatura e alla georeferenziazione dei toponimi orali dell’intero territorio siciliano. Questo progetto prende il nome di ATOS “Archivio dei Toponimi Orali della Sicilia” e prevede la realizzazione di una banca dati e di un sito web dove far confluire i dati linguistici raccolti dai diversi ricercatori, dottorandi e studenti impegnati in questa missione, i quali sono coordinati dalla prof.ssa Marina Castiglione e da un gruppo di docenti appartenenti alle tre università siciliane. Tuttavia il progetto prende anche il nome di DATOS “Dizionario-Atlante dei Toponimi Orali della Sicilia” per via della sua futura realizzazione editoriale.

Lo studio della toponomastica di tradizione orale è di fondamentale importanza perché avvalora i processi di popolamento, di stanziamento e di spostamento dell’uomo, ma nello stesso tempo designa la natura intrinseca di un luogo, le modificazioni che nel tempo quel luogo ha subìto, la conformazione e la composizione del suolo, la presenza di piante peculiari o luoghi di culto, e numerose altre caratteristiche che oggi potrebbero non essere così ovvie e trasparenti. Infatti, il recupero delle forme toponimiche, oltre a rappresentare un importante strumento per la migliore comprensione del significato e l’interpretazione dei nomi di luogo, costituisce un necessario momento di salvaguardia e tutela di quel ricchissimo patrimonio onomastico di matrice popolare che se da una parte trova continuità nel tempo giungendo fino al presente, dall’altra è sempre più soggetto all’oblio, alla dimenticanza da parte dei parlanti locali. Vi è, per questo, una considerevole urgenza nell’avviare la ricerca e la raccolta sul campo dei materiali etnolinguistici proprio perché chi detiene questo inestimabile sapere – gli anziani, conoscitori del territorio – sta lentamente andando via, portando con sé una conoscenza tanto antica quanto profonda degli spazi vissuti. Il repertorio toponimico dell’oralità racconta e restituisce (più di quanto la cartografia ufficiale possa dire) un mondo originario e tradizionale, quasi primitivo, che poi in fondo altro non è che quello della Sicilia del lavoro, della fatica, della manualità, e dei saperi trasmessi.

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