Marco Tramati è un volto molto noto nella marirenia trapanese. Si deve anche a lui l’introduzione della pesca del Tonno con il palangaro. Marco è uno dei rappresentanti della piccola pesca artigianale. Quella poco impattante, che nei secoli ha garantito il perfetto equilibirio tra le attività di pesca ed il mantenimento dell’ecosistema marino.

Il palangaro è un amo che è tradizionalmente usato per la pesca del pesce spada. Mentre la tradizione in Sicilia per la pesca del tonno rosso avveniva nelle tonnare.

Oggi la pesca del tonno è effettuata con navi di altura, che intercettano i branchi con radar sofisticati e che lavorano e surgelano l’intero branco. Al contrario la piccola pesca artigianale, ha un impatto basso sul branco e sopratutto, non prevedendo la lavorazione a bordo consente una pesca limitata per ogni battuta di caccia.

Piccoli pescatoti come Marco Tramati, rappresentano il legame storico con il mare delle comunità marinare ma sono progressivamente escluse da scelte politiche che sembrano volere favorire la pesca industriale, spesso effettuata nel mediterraneo, nelle acque internazionali dai giapponesi.

I pescatori artigionali lottano alla pari con il pescato. Una lotta che certe volte li vede vincere, e molto spesso perdere. Privileggiare o lasciare esclusivo spazio a questo genere di pesca significherebbe una minore aggressività verso l’ambiente marino. E forse per i consumatori minore disponibilità di pescato. Ma sarebbe un pescato certamente più rispettoso dell’ambiente della pesca intensiva, e comunque il giusto compromesso per garantire la sopravvivenza della pesca artigianale che rappresenta la storia marinara della Sicilia.

 

Condividi sui social